Dallo scoppio dell’emergenza Covid, si è sempre parlato molto dei problemi e delle future sfide che la scuola italiana si troverà ad affrontare. Tuttavia, ben poco è stato detto a proposito delle università. Cosa dovranno fare gli atenei per rimanere al passo con i tempi e far fronte alle rinnovate esigenze della società?
Lo spunto per questo articolo ci viene da una riflessione di Andrea Prencipe apparsa sul “Corriere della Sera” ad inizio maggio. Nel suo articolo, il Rettore dell’Università LUISS mette in evidenza due particolari aspetti relativi al mondo universitario. Da un lato, sottolinea come le università abbiano saputo far fronte alla situazione di emergenza adeguandosi rapidamente al mutato contesto nel quale sono state chiamate ad operare. Dall’altro, Prencipe sottolinea come il momento difficile causato dalla pandemia possa anche trasformarsi in un’occasione di rinascita del mondo accademico.
Tale occasione, secondo l’autore, è strettamente legata alla creazione di quello che lui definisce “spaziotempo educativo”. Grazie all’avvento delle metodologie didattiche digitali, infatti, sembra che il mondo accademico sia chiamato a vivere un’ulteriore svolta epocale: il passaggio all’apprendimento tra pari. Tale cambiamento implicherebbe, di fatto, un’apertura alla diversità, termine molto affine a novità… e non solo a livello di rima! L’alterità, infatti, presuppone un contatto con culture e modi di pensare diversi che, a loro volta, sfociano percezioni inedite della realtà e a soluzioni fino a quel momento impensabili.
Ma, come riportato da Prencipe, soprattutto in Italia, la dimensione spaziale dell’apprendimento può essere interpretata da un ulteriore punto di vista. Tale riflessione parte dalla rievocazione del “Grand Tour”, ovvero l’esperienza formativa e di viaggio vissuta dai giovani nobili tedeschi e inglesi. Da tale base, infatti, il Rettore dell’Università LUISS sostiene la possibilità di sottolineare la vocazione delle università quali luoghi di sperimentazione e confronto che fondano la propria azione sulle caratteristiche culturali di ogni singolo Paese. Tale dimensione può essere sicuramente facilitata dalla digitalizzazione, che può fungere da facilitatrice per la valorizzazione della dimensione storico-culturale del Paese.
Ovviamente la domanda che tutti ci poniamo è: L’università sarà davvero pronta e in grado di scrivere questa nuova pagina della sua scuola?
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