
Nelle scorse settimane i giornali e i notiziari hanno parlato più volte di ragazzi che, non volendo essere identificati con un semplice e sterile voto, hanno deciso di protestare non sostenendo l’orale dell’Esame di Maturità.
Il primo caso è stato quello di Gianmaria Favaretto, un giovane di Padova che ha voluto sottrarsi a una situazione, a suo dire, troppo competitiva. Dopo di lui, altri ragazzi hanno emulato il suo gesto, ma questa ondata di proteste ha generato un vero e proprio dibattito tanto tra gli intellettuali che tra le persone comuni.
Da un lato, ci sono coloro i quali sostengono che, per quanto sbagliata, questa protesta metta in evidenza come i ragazzi sappiano far sentire la propria voce. In altre parole, c’è chi sostiene che questi ragazzi abbiano dimostrato di avere coraggio e di voler far valere le proprie idee.
Dall’altro, invece, è forte l’opinione di chi crede che questa protesta sia stato un modo per attirare l’attenzione e non una vera azione di opposizione al sistema. Tutti gli studenti che hanno fatto valere il proprio diritto a non sostenere l’esame, infatti, non si sono presi alcun rischio, ma hanno deciso di agire in questo modo in quanto erano già certi di avere comunque il diploma in tasca, visto che, con la somma dei crediti del triennio e delle prove scritte, avevano già raggiunto la sufficienza.
Se, come ho già detto, queste proteste contro il sistema hanno generato un grande scalpore, in Veneto c’è stata un’azione altrettanto coraggiosa e frutto di tenacia e determinazione, sempre legata all’Esame di Maturità, che, però, ha attirato molta meno attenzione, purtroppo!
Nella stessa regione in cui Gianmaria ha iniziato questo movimento di protesta, infatti, Cristian Carniel ha fatto la differenza in senso opposto. Come riportato dal Gazzettino, il ragazzo, affetto da Sindrome di Down, avrebbe potuto non sostenere l’esame orale a causa della gravità della sua patologia, che gli impedisce di parlare. Tuttavia, Cristian aveva un sogno e un obiettivo: superare anche quella prova e, con l’aiuto di un’insegnante di sostegno, è riuscito a portare a termine l’orale. Il raggiungimento di questo grande traguardo è stato riconosciuto anche dai compagni di Cristian, che hanno deciso di premiarlo con quantomai simbolico “Oscar della Maturità”.
Queste storie parallele e così diverse mettono in luce due diversi atteggiamenti: da un lato la sfida al sistema, un sistema forse davvero sbagliato e riduttivo, ma che non può essere scardinato in questo modo. Perché, invece, questi ragazzi non hanno colto l’occasione per far vedere quanto valevano spingendosi, magari, anche al di là di ciò che hanno studiato e appreso a scuola e facendo vedere di saper andare oltre, di essere in grado di trovare e applicare quanto hanno studiato nella loro vita quotidiana chiamando in causa, magari, anche le loro passioni personali?
Dall’altro, la sfida è quella a se stessi, una di quelle prove che mettono davvero in risalto la determinazione di una persona a superare ostacoli, a detta di molti, insormontabili. che premiano l’impegno e che, forse, dovrebbero essere prese come esempio di vera e propria maturazione personale.