Se già la Nota Ministeriale n. 5274 dell’11 luglio 2024, che prevedeva il divieto di utilizzo degli smartphone a scuola per tutto il primo ciclo a partire dall’anno scolastico 2024/2025 aveva creato scalpore, quella che ha esteso lo stesso comportamento anche alla Scuola Secondaria di Secondo grado a partire da settembre ha gettato ulteriore benzina sul fuoco.
Già la prima Nota Ministeriale, nella quale si menzionava una correlazione tra vicinanza e/o utilizzo dei dispositivi digitali e flessione degli standard di rendimento degli studenti, nonché potenziali problemi a livello sociale (Hikikomori), non era stata accolta positivamente da diversi attori del mondo della scuola. Oggigiorno, infatti, anche grazie agli investimenti volti all’ammodernamento delle scuole e dei sistemi di insegnamento, molti insegnanti integrano i dispositivi quali tablet e smartphone nelle loro scelte didattiche. La scelta del Ministero è, quindi, sembrata a molti come un passo indietro rispetto ad altre norme come, ad esempio la Legge sulla Buona Scuola del 2017, che aveva spinto sulla digitalizzazione del sistema scolastico, anche grazie al Piano Nazionale Scuola Digitale (PNSD).
A meno di un anno di distanza, i dubbi sulla decisione presa dal Ministero si estendono anche alla Scuola Secondaria di Secondo grado. Anche in questo caso, le uniche eccezioni ammesse a quanto stabilito riguardano gli studenti nei cui PEI e PDP venga fatta specifica menzione di utilizzo dello smartphone quale strumento compensativo e casi di specifica necessità didattica in indirizzi di studio specifico quali informatica e telecomunicazioni. Inoltre, la nota fa espressa menzione di sanzioni qualora i regolamenti non vengano applicati.
Quanto appena detto in relazione agli smartphone, non riguarda, invece, altri devices quali computer, tablet e lavagne elettroniche, che potranno continuare ad essere utilizzati, ma unicamente a scopo didattico.
Quello che molti si chiedono e se queste misure siano veramente efficaci e se non sarebbe, forse, più utile e costruttivo svolgere progetti mirati per aumentare la consapevolezza dei possibili rischi e problemi legati all’uso dei dispositivi, in modo da educare gli studenti al loro uso, contribuendo a costruire una cittadinanza digitale degna di tale nome. Questa vocazione della scuola viene effettivamente menzionata all’interno della Nota Ministeriale relativa alla Scuola Secondaria di Secondo grado, ma senza fornire linee guida, raggiungere tale obiettivo potrebbe essere piuttosto complicato.
Al momento attuale non resta che attendere e vedere come evolverà la situazione nel prossimo anno scolastico e, più in generale, in futuro.
