fbpx

Sabato - Domenica CHIUSO

Lun - Ven 9.00 - 19.00

0432 237462

 

Torna il voto in condotta: cosa cambia da settembre 2025?

A partire dall’anno scolastico 2025/2026, nelle scuole italiane torna il voto in condotta, una novità introdotta ufficialmente con il via libera del Consiglio dei Ministri del 30 luglio 2025, su proposta del Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara. La riforma era stata anticipata anche dalla Nota prot. n. 23180 del 11 giugno 2025, riguardante le indicazioni operative per gli scrutini finali relativi alla valutazione del comportamento nella scuola secondaria di secondo ciclo (scuole secondarie di secondo grado).

Ma analizziamo più da vicino cosa cambierà.

Prima di tutto, cos’è il voto in condotta?

Si tratta di una valutazione numerica (in decimi) che considera l’intero percorso scolastico: rispetto verso compagni, docenti e personale, impegno civile, comportamento in classe e partecipazione alla vita scolastica.

Come funzionerà?

Nella scuola secondaria di II grado il voto in condotta entra in pagella come materia numerica e una valutazione superiore a 6 decimi è necessaria per l’ammissione all’anno successivo.

Chi ottiene un giudizio pari a 6 decimi vedrà il giudizio sospeso e dovrà redigere un elaborato di cittadinanza attiva (testo scritto, presentazione multimediale o orale) legato ai motivi che hanno portato al voto insufficiente: solo dopo la sua approvazione si potrà accedere all’anno successivo.

In caso di voto inferiore al 6, invece, è prevista la bocciatura automatica senza alcuna possibilità di recupero.

Oltre a queste modifiche, la Riforma introduce anche novità per quanto riguarda le sanzioni disciplinari. Le sospensioni brevi implicano, infatti, lo svolgimento di attività formative a scuola, mentre sospensioni più lunghe prevedono esperienze fuori sede, come attività di volontariato o cittadinanza solidale.

Perché è stato reintrodotto?

La riforma Valditara nasce con l’intento di rendere la scuola più autorevole e non autoritaria, mettendo al centro il valore educativo del comportamento. Il voto di condotta diventa così uno strumento per formare cittadini responsabili, premiando il rispetto delle regole e dell’altro, e contrastando episodi di violenza o bullismo, purtroppo sempre più presenti nel contesto scolastico.

Possibili pro e dubbi

Tra gli aspetti positivi legati a questa novità ci sono sicuramente la valorizzazione comportamenti positivi, la responsabilizzazione degli studenti e un passo verso la creazione di un clima scolastico rispettoso.

Dall’altro lato, però, si potrebbe anche obiettare che il voto potrebbe risultare soggettivo e questo potrebbe penalizzare studenti con difficoltà personali. Inoltre, benché introdotto a fini educativi, il compito obbligatorio per chi prende 6 potrebbe essere vissuto come una forma di punizione indiretta o come un semplice “compitino” sul quale scrivere quello che i docenti si aspettano.

Un aspetto da considerare per ovviare a queste potenziali criticità potrebbe essere il fatto che il voto in condotta sia sempre accompagnato da motivazioni chiare e trasparenti, e che l’elaborato formativo sia parte di un percorso educativo di miglioramento.

In conclusione, possiamo dire che il voto in condotta torna per ricordarci che il sapere, il saper essere e il saper stare insieme sono tutti aspetti estremamente importanti. Il voto in condotta non è, quindi, solo una valutazione formale: è un’occasione per riflettere sul proprio ruolo nella comunità scolastica, crescere come individui e contribuire alla creazione di un ambiente positivo e rispettoso.

Comments are closed.