
Veronica Vitale, classe 2^B
Il Mostro di Udine venne chiamato così per la città in cui agiva, tra il 1971 e il 1989, fu un serial killer mai identificato accusato di 14 omicidi non tutti accertati, tra Udine e Provincia. Le vittime del killer, ad oggi accertate, sono 4, mentre quelle presunte 10.
Un dettaglio macabro è che egli “firmava” le sue vittime con una ferita a forma di “S”vicino al ventre, la maggior parte delle quali erano prostitute. In virtù di questa sua “preferenza” omicida, gli venne attribuito il nome con cui è noto ai più oggi.
Il criminale non è mai stato identificato né è mai stata ritrovata l’arma del delitto. Successivamente nel 1994 i carabinieri e i magistrati sostennero che quattro di questi delitti sarebbero stati commessi dalla stessa persona: i cadaveri mostravano, infatti, lo stesso sfregio fatto con una lama riconducibile a un bisturi. Negli anni seguenti ci furono richieste da parte dei parenti delle vittime sulla riapertura delle indagini.
A chi mirava il mostro di Udine? Il profilo delle sue prede e il loro tragico destino
La vittima Irene Belletti fu il suo primo omicidio, risalente al 19 settembre 1971. Irene Belletti era una prostituta di 35 anni, trovata morta nella sua auto, pugnalata. Tra le altre vittime più significative troviamo Maria Carla Bellone, Luana Giamporcaro e Aurelia Januschewitz. Tutte queste prostitute vennero uccise con una brutalità che ha portato gli investigatori a pensare che i crimini fossero collegati tra loro e quindi commessi dalla stessa persona. La caratteristica che fece aumentare i sospetti del collegamento, come riportato sopra, era l’incisione “S” sul corpo di diverse vittime. L’ultima vittima attribuita al Mostro di Udine fu Marina Lepre: un’ insegnante trovata morta nel febbraio 1989. Lei, a differenza delle altre vittime, non era coinvolta nella prostituzine, ma l’inciso”S” insieme ad altri collegamenti portarono alle conclusioni che anche lei potesse essere stata uccisa dallo stesso killer.
“Il mostro di Udine è un medico?” Ecco la verità dietro le accuse
Secondo un ex carabiniere che ha lavorato al caso, la precisione chirurgica con cui vennero inflitte le ferite suggerisce che l’assassino era qualcuno con esperienza medica, ma il killer era un medico?
Uno dei principali sospettati fu un ginecologo di mezza età della zona, che sembrava conoscere le vittime e aveva accesso a informazioni private, ma non venne mai dichiarato colpevole. Il sospetto partì da una perquisizione, in cui trovarono una cassetta di ferri chirurgici nella sua abitazione. Non ci furono sufficienti prove per proseguire e concludere l’indagine.
In quegli anni la mancanza di tecnologie avanzate ha compromesso l’identificazione del colpevole.
Nel corso degli anni, le indagini si sono evolute, ma il caso non è stato mai definitivamente chiuso. Nonostante vari sospettati, il “Mostro di Udine” è rimasto un mistero irrisolto, e la sua identità continua a essere ignota, alimentando teorie e speculazioni. Questa vicenda è ancora al centro di discussioni, e rimane uno degli episodi di cronaca nera più contorti d’Italia.
Il Mostro di Udine: ecco la serie tv dedicata
A questo caso è stata dedicata anche una serie TV: “Il Mostro di Udine” disponibile su Prime Video.
La trama della serie mostra le indagini delle forze dell’ordine e dei giornalisti, che cercano di svelare l’identità del colpevole, mentre la serie si concentra anche sul profilo psicologico del killer e sulla descrizione dei suoi tratti, creando un quadro complesso e inquietante sulla sua persona e sulle brutalità commesse. La serie illustra anche il contesto storico e sociale degli anni ’70 e ’80, con un’Italia piena di preoccupazioni politiche e una crescente paura del crimine.
Nonostante ciò, la serie cerca di trattare il tema con rispetto, dando voce alle vittime, rappresentando le vite delle famiglie e approfondendo la psicologia dei personaggi coinvolti. Gli attori ricreano perfettamente l’atmosfera di quegli anni, rendendo la serie coinvolgente e drammatica.
Questa serie non è solo un thriller, riassume i fatti e conduce a una riflessione sulla paura, sull’inefficacia e sull’impotenza delle autorità, nonché sul lato oscuro dell’umanità.