Le Prove INVALSI hanno sempre rappresentato una sorta di spauracchio per gli studenti. I timori allegati ai contenuti, ai risultati e alle modalità di somministrazione sono solo alcuni degli aspetti che normalmente spaventano gli alunni e, anche per questo motivo, molti confidavano nella seconda sospensione consecutiva delle prove. Quest’anno, però, benché in modalità più ridotta rispetto al solito, i test sono stati svolti (quasi) regolarmente.
A distanza di alcuni mesi dalla somministrazione delle prove, negli scorsi giorni sono stati resi noti i risultati della rilevazione, che specie per la 5^ superiore, evidenziano più ombre che luci. Tali dati, resi noti dal rapporto ufficiale INVALSI, sono stati talmente sorprendenti da occupare anche ampie pagine dei quotidiani nazionali o locali.
I risultati nella scuola primaria e secondaria di primo grado
Complessivamente, sia per la scuola primaria che per la secondaria di primo grado, le informazioni fornite dall’ente responsabile della somministrazione delle prove mettono in luce risultati soddisfacenti. Più della metà degli alunni ha, infatti, dimostrato un livello di competenza almeno sufficiente in tutte alle discipline prese in considerazione.
Già dai primi anni di istruzione, tuttavia, è possibile individuare un doppio divario: il primo è di natura geografica e mette in contrapposizione Centro-Nord e Sud; il secondo, invece, evidenzia come gli studenti provenienti da contesti economicamente svantaggiati ottengano risultati peggiori.
I risultati nella scuola secondaria di secondo grado
Se, come abbiamo già detto in un precedente articolo, le valutazioni della Maturità 2021 risultano sensibilmente più elevate rispetto a quelle degli anni scorsi, le Prove INVALSI vanno nettamente in controtendenza.
Rispetto alle ultime rilevazioni, che risalgono al 2019, infatti, gli studenti dimostrano di ottenere risultati pesantemente negativi in tutte le discipline analizzate dalle prove. Anche in questo caso, i risultati peggiori sono quelli ottenuti da studenti che vivono in contesti socio-economici svantaggiati, specie nelle regioni meridionali. Ad ogni modo, i cali di rendimento registrati non sono gli stessi in tutte le discipline. Infatti, se per Italiano e Matematica è stato rilevato un calo di 10 punti percentuali rispetto ai dati 2019, i dati di inglese si mantengono stabili.
Ma quello relativo alle alte percentuali relative agli studenti che non hanno raggiunto alla soglia della sufficienza non è il solo aspetto da considerare. Parallelamente, infatti, si è rilevato un abbassamento quantitativo degli studenti che hanno ottenuto punteggi alti. Si tratta, quindi, di un livellamento verso il basso che, a detta di molti, avvicina di molto il livello di competenze ottenuto dai ragazzi di 3^ media a quello raggiunto al termine della 5^ superiore.
Quali sono le ragioni di questo drastico calo di rendimento?
Secondo quanto riportato nel report INVALSI, la pandemia e l’utilizzo della DAD potrebbero essere due dei fattori che hanno influenzato maggiormente e in negativo i dati. Inoltre, sempre secondo l’organizzazione, l’emergenza Covid e i suoi risvolti negativi sul piano della didattica, hanno portato anche ad un’altra conseguenza estremamente preoccupante. Specie nell’Italia meridionale, infatti, il dato relativo all’abbandono scolastico è risultato in netto aumento.
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