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Matteo Salvini sotto processo: accusato di “aver difeso i confini nazionali”

Caso Matteo Salvini: in primo piano l'interno di una camera del Parlamento italiano.

Chiara Peano, classe 2^C

Matteo Salvini è stato accusato per sequestro di persona e rifiuto d’atti d’ufficio dopo che, nel 2019, ha impedito ad un’ imbarcazione spagnola, Open Arms, di sbarcare in Italia. Ha lasciato per 19 giorni la barca in mare, impedendo lo sbarco di 147 migranti, tra cui minori, in condizioni di scarsa igiene e senza possibilità di soccorso.

Nell’ ultimo mese il caso è stato molto discusso dato che, solo recentemente, la procura di Palermo ha chiesto, per lui, 6 anni di carcere, nonostante il processo fosse iniziato già nel 2021.

Salvini si dichiara “colpevole di aver difeso i confini Nazionali”

Matteo Salvini, dopo le varie accuse e dopo la richiesta della procura di 6 anni di carcere, pubblica un post su una nota piattaforma social, “Tik Tok”, dove afferma di non aver commesso nessun reato ma, a suo dire, “si è impegnato a difendere i confini Italiani” dall’immigrazione “irregolare” e dall’ aumento della criminalità dovuta ai frequenti sbarchi.

Salvini afferma anche che l’imbarcazione avrebbe potuto sbarcare tranquillamente in Spagna o addirittura in Turchia, che a suo dire, si è offerta di far sbarcare lì Open Arms, anche se non risultano esserci dati certi a riguardo. Non esiste, infatti, alcuna comunicazione ufficiale di una possibile proposta di intervento da parte della Turchia. 

Eppure, anche se la Turchia si fosse davvero offerta di far sbarcare Open Arms in uno dei suoi porti, non sarebbe stato possibile, perché non ha porti sicuri.

Con porto sicuro si intende che, oltre alla disponibilità di accoglienza e soccorso per i migranti, il porto sia quello effettivamente più vicino da raggiungere.

In quel momento, l’unico porto sicuro per Open Arms era l’Italia, per questo si parla di rifiuto di atti d’ufficio.

La “difesa dei confini italiani”: l’Articolo 52

In uno dei suoi post, Salvini spiega come non si sia rifiutato di seguire gli atti d’ufficio, bensì abbia seguito le leggi della Costituzione italiana, appoggiandosi all’ articolo 52 e ribadendo di aver difeso l’Italia dal “pericolo dell’immigrazione”.

Eppure, in realtà, Salvini ha scelto di far leva sull’articolo 52, per giustificare la sua scelta, ma l’articolo stesso stabilisce sì che è importante difendere la patria e i confini italiani, essendo questo un dovere dei cittadini, ma lo stesso andrebbe contestualizzato a dovere. 

Non vi era, infatti, nessuna minaccia effettiva, e/o rischio di esposizione a forze armate nemiche nel momento in cui Salvini ha agito. 

Da questo si può ben capire che Salvini abbia usato un articolo della Costituzione “in sua difesa” che, però, non risulta adatto al tipo di problematica:  l’immigrazione e gli sbarchi non sono in nessun modo riconducibili a una minaccia diretta, bensì ad una richiesta di soccorso. 

La presidente del consiglio, Giorgia Meloni, difende Salvini

La divisione politica è sempre esistita e probabilmente continuerà ad esistere, eppure al di là dell’opinione dei vari partiti, bisognerebbe piuttosto riflettere sul fatto che gli esponenti che rappresentano il nostro Stato, e che lo “gestiscono”, non sempre godono di una conoscenza oggettiva, accurata e sufficientemente approfondita della legge italiana. 

La presidente del consiglio, Giorgia Meloni, ha pubblicato a sua volta un post sui social, dove esprime la sua solidarietà verso il collega Salvini, dichiarando che questa situazione è “una vergogna” appoggiando le azioni e le parole di Matteo Salvini anche quando, oggettivamente, risulta esserci un processo attualmente in atto contro di lui per gli errori commessi, nonostante il continuo tentativo di seppellirli.

Attualmente, il caso Salvini è in corso, pertanto non è possibile fornire un quadro definito e completo della vicenda. Pertanto, qualora vi sia un effettivo interesse in merito agli sviluppi, sarà altresì necessario informarsi con costanza e secondo fonti attendibili.

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