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Pallacanestro: i giovani italiani “lasciati in panchina”

In primo piano un gruppo di giovani impegnati in un allenamento di basket in palestra.

Antonio Lorusso, classe 4^

In Italia, abbiamo la fortuna di avere dei grandi talenti, come Dame Sarr (FC Barcellona) o Michael Perez (Orange1Bassano) che, senza ombra di dubbio, saranno il futuro per la nostra nazionale di pallacanestro.

Purtroppo per noi però, la maggior parte dei talenti italiani giocano in squadre che militano in categorie che non permettono loro di fare esperienza e potersi mettere in mostra nei grandi palcoscenici italiani, europei e anche mondiali.

Differenze rispetto agli altri Paesi: il problema dell’Italia

Negli altri Paesi europei, i giovani provenienti da tutto il mondo, sono sempre più frequentemente inseriti nelle prime squadre maschili, che giocano campionati importanti come l’Eurolega. Così facendo, i giovani, hanno la possibilità di “bagnarsi i piedi” e fare le prime esperienze già in giovane età, confrontandosi con alcuni dei giocatori più forti del mondo e, soprattutto, hanno la possibilità di farsi notare da tante squadre importanti per cercare di crearsi da soli un futuro da giocatori professionisti.

La differenza sostanziale tra l’Italia e gli altri Paesi europei è che nel nostro Paese, ragazzi di 21, 22 o anche 23 anni, sono considerati ancora inesperti per competere in campionati importanti, quando nel resto d’Europa, alla stessa età, si è già abbastanza maturi (“cestisticamente” parlando) per stare in campo regolarmente.

Soluzioni possibili: fidarsi dei giovani e credere nel loro futuro

Ciò che bisognerebbe adottare per risolvere il problema, sarebbe in primis dare più fiducia ai giovani e buttarli in campo per far sì che maturino più velocemente.

Le squadre italiane dovrebbero credere di più in loro, fidarsi di ciò che potrebbero fare in campo, senza affidarsi esclusivamente ai veterani, così facendo i giovani ragazzi avrebbero più responsabilità in campo, e riuscirebbero a fare più velocemente quel “click” per diventare fin da subito veri giocatori, in grado di sapere come si sta in campo e consapevoli di quanto occorre alla squadra in determinate situazioni.

In questo modo, passo dopo passo, sarà possibile cercare di scalare le gerarchie e costruirsi una carriera tanto lunga quanto vincente possibile.

La nostra Nazionale ha bisogno di mettersi al pari con gli altri Paesi: dovremmo fidarci di più dei nostri giovani e lasciarli fare esperienza in campionati di massimo livello senza aspettare troppo. 

Forse è questo uno dei motivi per il quale l’italbasket non sta ottenendo buoni risultati nei vari campionati ormai da oltre vent’anni. Forse, se lasciassimo spazio ai giovani, le società smetterebbero di accettare le offerte provenienti dagli altri Paesi scegliendo, invece, di puntare sul loro. 

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